Milano Maggio 1996.
Al bar di Piazza Morbegno.
Con Carlo Orsi fotografo, grande fotografo e splendida persona. Si discute del più e del meno, della situazione della incidenza della fotografia in rapporto alla società. La cosa preme molto a Carlo che vede un uso distorto dell’immagine fotografica come supporto al testo. Lui è convinto che la fotografia, come nella grande tradizione di Life e della prima Epoca, possa più incisivamente del testo raccontare fatti, situazioni, costume nel loro evolversi nel corso del tempo.
Sua era stata la pubblicazione di un meraviglioso, introvabile libro, negli anni '60. Sulla città di Milano vista dalla ossessiva ombra del grattacielo Pirelli alla nebbiosa giornata di pioggia del Festival dell’Unità, il viaggio attraverso una città nel momento drammatico della sua ricostruzione e modernizzazione. Poi arriva l’idea. Perché non pubblicare una rivista di grande formato, solo fotografica, una rivista che illustri attraverso il punto di vista di grandi fotografi la realtà complessa della città. Città/Milano è il nome della rivista.
Le immagini indagano sulla realtà contemporanea della città attraverso capitoli monografici sulla cultura, il lavoro, la scienza, l’università, l'immigrazione, ecc.
Si parte immediatamente con una piccola redazione composta da Carlo Orsi, Emilio Tadini, Gianfranco Pardi, Guido Vergani, Giorgio Terruzzi e Silvana Beretta.
Il lavoro appare da subito immane, forse superiore alle nostre risorse, ma si va avanti. Vengono pubblicati 10 numeri. Quando la rivista cessa la pubblicazione per motivi economici rimane un archivio immenso di materiale fotografico che illustra la vita della città con amore e partecipazione.
Gianfranco Pardi
Foto di Pino Guidolotti
Testimoniare Milano
Un gruppo di vecchi ragazzi, legati da amicizia e da comuni salde memorie, ha deciso di mettersi insieme per fotografare e raccontare Milano in un (per ora) semestrale giornale, immenso di formato ma prudente d'ambizione che non ha alle spalle sponsor, mecenati, azionisti di riferimento, "proprietà", quattrini di questo o quell'editore puro o impuro e spera nell'onesto sostegno della pubblicità. Perchè un formato così controtendenza nell'era dei quotidiani tabloid, dei "news magazine"? Perchè "Città", in un tempo giornalistico che dà spazi striminziti alla fotografia, vuole testimoniare Milano soprattutto attraverso le immagini, l'obiettivo dei grandi fotografi: scrittori e giornalisti accompagneranno con lo scritto quel che le immagini diranno, andranno "dentro" al documento visivo, ne saranno la continuazione, il complemento, portati dalla fotografia alla voglia di narrare la città, di scoprirla, di specchiarla anche alle sue memorie, nei suoi sentimenti.
Quale città, quale Milano? Soprattutto quella che funziona, che rappresenta il rovescio di una crisi annosa, le cui colpe non sono soltanto della classe politica e chiamano in causa anche il chiudersi della società civile, la sua recente propensione a respirare corto.
"Città", senza falsificazioni o "soffietti" o ottimismi, porterà in primo piano personaggi, eventi, aspetti positivi, senza perdere di vista i problemi, le "storie infinite", che assediano il nostro vivere e "bastonano" il nostro orgoglio metropolitano.
Non faremo rullare i tamburi sul "bene", nè faremo la morale sul "male".
Semplicemente racconteremo Milano, la guarderemo dalla prospettiva di chi la vive, amandola.
Guido Vergani